Appare forma dinamica, connaturatamente antropomorfica, come una ballerina sullo stand dei tessuti italiani all’Expo di Barcellona del 1929. Luminator è dunque protagonista sulla scena, rendendosi di fatto disponibile all’impiego nei contesti più disparati. E qui Luciano Baldessari riconferma la sua straordinaria capacità inventiva, passando dall’ideazione del manichino ibrido a quella dell’oggetto che meglio ne significa la sintesi, indipendentemente dalla destinazione d’uso.
Dimostrando come il suo agire il progetto ne affabula l’intenzione, con la scelta di quegli alfabeti che meglio, ritiene, possano reificare, di volta in volta, con la piena libertà di azione, la visione che gli è propria, della partecipazione, della condivisione dell’emozione.
Una emozione che ancor oggi perdura e fa di Luminator una presenza necessaria, irrinunciabile, qual simbolo di una energia sperimentata che ha nome luce. Con il 2018, Codiceicona ne assume la riedizione e commercializzazione, aggiornandone l’assunto, preservandone intatta la forma estetica.
Un cilindro in estruso di alluminio cromato, montato su cuscinetti a sfera che ne consentono la rotazione, un cono rovesciato, bianco, e il braccio rotante rosso o nero sono i semplici componenti della struttura. La ballerina che ancor oggi ne sorge, qualsivoglia sia la scena, nella magica reificata visione di Luciano Baldessari, è emozione.