Bugia, nell’etimo da Bougie, città algerina, rinomata per la qualità della cera, evoca la fiamma della candela, il lume, suggestiva, nomade fonte di luce, di dimensioni assai ridotte, facilmente trasferibile di luogo in luogo. Protagonista, quando ancora disagio è l’incombere ogni sera del buio nelle case, sentinella nei differenti ambiti di vita familiare. Nell’attuale indica invece l’apparecchio che, assolvendo in toto alla funzione primaria, quella di farsi tramite di luce, è in grado altresì di negarne in parte la presenza, nell’azione dinamica della forma, secondo discrezione, in considerazione delle esigenze diverse di chi ne intende fruire appieno o ne predilige la momentanea assenza, di chi, vegliando la notte, si preoccupa di non impedire l’altrui riposo. Progetto finalizzato, ideale qual lampada da comodino. Ecco come il design di Giuseppe Cormio va ben oltre la declinazione delle valenze strutturali essenziali, ne interpreta, semplice ed elegante, la condivisione dell’insieme.
La calotta metallica, appare infatti come sospesa, aleggia lieve, incernierata al supporto di base, costituendo il sistema a inclinazione graduale regolabile che consente l’orientamento del fascio di luce più consono all’occasione.
“Con Bugia, ho cercato di rappresentare una funzione tecnica indispensabile alla finalizzazione dell’apparecchio, nella forma estetica più suadente ed efficace.” Nel corso degli studi presso il Politecnico di Milano, dove si laurea in Architettura nel 1969, Giuseppe Cormio lavora nello Studio dell’urbanista Ambrogio Brusa. Avvia in seguito l’attività professionale dedicandosi di massima al residenziale, sia nei confronti di nuove costruzioni, che delle ristrutturazioni di unità precostituite.
Progetta arredi per interni, nel domestico come nel settore uffici. Cura, su incarico di note entità, l’allestimento di installazioni alla Fiera di Milano. Tra queste, per Plast, nelle edizioni del 1994 e 1997. Pubblica nel 1985 “La casa senza barriere”, indagine svolta in Finlandia e in Norvegia sul tema dell’handicap, assieme ad altri collaboratori. Nella decade anni 70’, progetta lampade e oggetti che affida a importanti aziende dei peculiari settori. Esemplare Bugia, del 1975, riedita, nel 2018, da Codiceicona, rappresentazione, senza tempo, di una giustificata gratificante funzione.