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Walter De Silva

Con-tatto, nei modi di un approccio squisitamente emozionale, dove magico è l’equilibrio percepito, fragile solo all’apparenza, forte nell’intenzione che lo determina: due coni rovesciati, di identiche proporzioni, si attraggono e congiungono ai vertici, generando unica e inscindibile la forma che li comprende. I colori più consoni ne attagliano lo sviluppo, palesandone morbido, suadente l’appeal. Il piano sovrastante, lapideo, è dichiaratamente frutto di recupero, quello di frammenti casualmente ricomposti, di un intero, lastra volutamente infranta. Rigore e coerenza identificano il fare ideativo di Walter De Silva, tra i massimi protagonisti del Car Design. Giovanissimo, a Torino, nel 1972 viene assunto al Centro Stile Fiat, in qualità di Stilista Junior. Nel ’75, a Milano con Rodolfo Bonetto, progetta interni di autoveicoli. Chiamato da Franco Mantegazza e da Renzo Piano nel ’78, dirige il Dipartimento Design di Idea Institute a Torino.

In quegli anni nasce la Fiat VSS, vettura sperimentale per sottosistemi, primo esempio di progetto modulare in campo automobilistico.

Nel 1986 assume la responsabilità del Centro Stile Alfa Romeo a Milano. Car of the Year 1998, la 156 decreta la sua notorietà internazionale.

L’anno seguente si trasferisce a Barcellona: capo del design Seat.
Nel 2002 è a Ingolstadt, in Audi “…del 2007, la A5, la mia vettura più bella, non solo del periodo in cui sono a capo del design Audi, dove lo studio del single frame si accoppia a quello del trattamento delle superfici.

A5 è il capostipite di una nuova architettura: le generazioni delle auto a venire, pur differendo nella tipologia rappresentata, si baseranno sulla piattaforma modulare longitudinale inaugurata da questa Gran Turismo”. Nel febbraio del 2007, si trasferisce a Wolfsburg, in qualità di capo del design di tutti i Marchi costituenti il Gruppo Volkswagen, incarico che assolve sino al dicembre 2015. Compasso d’ Oro alla carriera nel 2011, non trascura l’interesse per le cose altre, i differenti ambiti di ideazione. Esemplare nel 2012 M9 Titan, per Leica.

Con il marchio omonimo, De Silva rilancia una tradizione di famiglia: i nonni negli anni 20 producevano scarpe da donna, destinate a un mercato di fascia alta, che eccellevano all’epoca per qualità formale e strutturale.

Presenta dunque, nel 2017, Form in Motion “Il tacco è l’elemento architettonico di assoluta novità stilistica. In carbonio, a fibra sottile tramata, 105 millimetri di altezza per 6.5 millimetri di diametro, proposto in due versioni, verniciato e rivestito, slanciato, armonico, sensuale”. Architettura e proporzioni sono priorità nell’etica progettuale di De Silva. Con-Tatto ne concretizza, per Codiceicona, nel 2018, l’esempio in campo arredi. “Mai ho inteso confondere libertà con creatività, il metodo è condizione essenziale. Mi è cara la metafora dei cassetti. Agisco secondo un ordine mentale e so bene quali sfilare nella sequenza più appropriata.”

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