“… A me piace l’ironia, mi piace il gioco, mi piace stare molto lontano dalla retorica e pertanto faccio in modo che i miei oggetti esprimano queste cose, trasformandosi in un certo senso in giocattoli per adulti, che però abbiano in sé una mistica, un senso della ritualità, una coscienza di comportamento, dell’uso e dei gesti del vivere quotidiano”. Parole che ben significano l’approccio di Alessandro Mendini, il suo rifiuto della semplificazione estrema delle funzioni, della tradizione tipologica che ne deriva. Laureatosi in Architettura al Politecnico di Milano nel 59, socio dello Studio Nizzoli e Associati nel 66, tra il 70 e il 76 è direttore della rivista Casabella. Nel 72 è uno dei soci fondatori della Global Tools. Direttore della rivista Modo, per la quale riceve nel 1979 il Compasso d’Oro. Tra il 78 e il 79 progetta la poltrona di Proust e il divano Kandissi, esemplari del suo re-design. Direttore di Domus tra gli anni 80 ed 85, disegna per Zanotta nell’85 il tavolo Macaone. Nel 1987 in Olanda, viene allestita una sua personale presso il Groninger Museum. Nel 1989 apre con il fratello Francesco a Milano l’Atelier Mendini occupandosi di architettura, design, pittura e scultura.
“Ogni mia azione intellettuale e culturale è basata sulla mia esistenza, è di tipo sentimentale. Il mio metodo progettuale è molto personale, con le difficoltà di messa a fuoco dei valori tipiche degli umori che si succedono nel tempo. Un metodo di lavoro basato sul paradosso, la metafora, l’eccesso, lo spiazzamento, il grottesco”. E’ ben chiaro che la lampada di Milo del 1988, nel suo dettato morfologico, nasce al di fuori di qualsivoglia omologante griglia di riferimento, più prossimo all’oggetto a sé stante, affascinante. Cono tronco la base fuoriesce verticale un cilindro che ne contiene un secondo a mo’ di stadio. Al di sotto del globo vitreo, posto al vertice, un anello sostiene la maschera che riduce parzialmente l’effetto luminoso e illuminante. Codiceicona nel 2020 riedita la lampada di Milo del 1988, nel rispetto della forma estetica, con particolare attenzione alla ricerca dei colori originali e all’aggiornamento degli apparati tecnologici.